MODELLO "ADHOCRATICO" I "modelli" organizzativi "classici" costituiscono un punto importante di avvio della progettazione della struttura organizzativa, ma è bene sottolineare che per essere ottimale, la progettazione di un'azienda deve esser fatta in corrispondenza di alcune "contingenze" riconosciute come strategiche. Se da un lato è ormai superato il vecchio principio che postula un solo modo ottimale e astratto di organizzare le aziende, dall'altro è da rifiutare la tesi secondo la quale le forme organizzativi possono essere scelte in modo libero e arbitrario. La recente letteratura è concorde nell'indicare una terza posizione, quella secondo cui la scelta delle forme deve obbedire ad una logica sistematica e rigorosa, basata sulla ricerca della coerenza le "parti". Le variabili e gli elementi dell'organizzazione è opportuno
che siano scelti in modo da raggiungere un’armonia e/o una coerenza
interna ed, al contempo, anche una coerenza di fondo con la situazione
dell'azienda. Un meccanismo di coordinamento, proposto da Mintzberg
si richiama all"'adattamento reciproco" e viene denominato "adhocrazia"
ossia, struttura "ad hoc". Tale modello è particolarmente adatto alle imprese di servizio laddove l'orientamento al cliente induce le imprese ad un rapporto dialettico con il cliente e quindi impone la necessità di modellare la propria struttura organizzativa per aderire (ad "hoc") ai suoi bisogni. Le condizioni per un corretto funzionamento di questo tipo di organizzazione sono: Il modello "adhocratico" è quindi caratterizzato dalla presenza di un nucleo affinato di specialistici e collaboratori, da comportamenti non formali, dall'assenza di gerarchia e spinge ad una pronunciata attitudine all'esplorazione di soluzioni su percorso non definiti a priori. Alcune considerazioni operative Nella Figura che segue si è ricomposto uno schema in cui sono riportate le cinque parti fondamentali dell'organizzazione al fine di esporre talune considerazioni e attenzioni che riguardano la progettazione della struttura organizzativa, tenendo conto del fatto che se i modelli di comportamento che chiamiamo "organizzazioni" sono essenziali per il raggiungimento della razionalità in senso lato, essi servono anche da assorbire l'incertezza generale da fattori esterni (mercato, tecnologie, comportamenti sociali ... e da fattori interni (sovrastrutture, conflitti, scarsa comunicazione ...) . Avere chiari i "rischi" e le cause di eventuali disfunzioni organizzativi aiuta la progettazione a prevedere i rimedi. La convivenza tra le "parti" La convivenza armonica tra le parti dell'organizzazione è un risultato da progettare e da conseguire, non è affatto scontata, anzi! Spesso si hanno spinte contrastanti, in particolare:
Ogni parte dell'organizzazione ha quindi degli interessi strutturali legati alla sua specifica funzione, che emergono per il fatto stesso di operare e che contrastano con gli interessi di altre parti. Di conseguenza la configurazione che si afferma non è quasi mai il semplice adattamento fisiologico alla situazione, ma il risultato di lotte di potere. Le lotte si manifestano spesso in forma di tensioni endemiche ed ineliminabile: in particolare le tensioni tra vertice centrale e divisioni, tra gruppi adhocratici e linea intermedia, tra tecnocrazia e nucleo operativo. Le "sovrastrutture" Un altro modo per tentare di comprendere i processi di interazione
modificando la nostra immagine tradizionale della gerarchia formale
dei compiti e delle mansioni, consiste nel ragionare in termini di
strutture trasparenti. Ciò aiuta ad accettare l'idea che non vi
è nessun processo più importante dell'etere.
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