POLITICHE BASATE SULLA SEGMENTAZIONE DEL MERCATO Il mercato commerciale reale è variamente segmentato. In considerazione di questo fatto, l'azienda si trova di fronte a tre alternative strategiche fondamentali di marketing: La strategia di marketing indifferenziato si giustifica e si impone quando sul mercato non esistono sostanziali differenze di bisogni, gusti, abitudini ecc.; comunque si tratta di differenze mercatisticamente non rilevanti. Su un mercato maturo questo si giustifica anche in termini di comodità. Com'è il caso di un supermercato vicino a casa che fa premio, per gli abitanti della zona, rispetto ad altri punti di vendita magari con un'offerta commerciale un po' più sintonizzata sui bisogni e gusti dei diversi segmenti in cui di fatto si scompone il mercato locale. Per questo motivo il supermercato si rivolge (almeno tendenzialmente) all'intero mercato circostante e non ai suoi singoli segmenti. Se un mercato è nuovo o molto recente, non ancora molto sviluppato come "fornitori" e come "produttori", può essere utile fare una politica di marketing indifferenziato: vuoi per fare emergere dal mercato indicazioni di segmentazione difficili da costruire a priori a tavolino, vuoi per non ridurre ulteriormente le vendite attraverso la segmentazione dato che esse sono già limitate dal fatto che si opera nel primo stadio del ciclo di vita del prodotto, quando cioè la risposta del mercato è ancora modesta e titubante, mentre sono elevati i costi di introduzione mercatistica. Naturalmente, più il mercato di un determinato "prodotto" si sviluppa e si concorrenze, più diventa opportuno, per le diverse aziende, ricercarsi una "nicchia" all’interno di un particolare segmento di mercato, anziché disperdere sull'intero mercato le sue risorse mercatistiche e finanziarie. Si perviene così alla scelta di una strategia di marketing concentrato che ha la sua base prima nell'effettiva differenziazione dei bisogni in segmenti significativamente diversi. Tale scelta è anche dettata dalla particolare "sintonia" marcatistica che un'azienda può avere con uno specifico segmento di mercato: vuoi perché esiste una coincidenza di gusti e interessi, vuoi perché esiste una particolare capacità a "produrre" quanto interessa in quello specifico segmento di mercato. Le differenze obiettivamente esistenti fra i bisogni/desideri dei diversi segmenti di mercato sono poi accentuate dalla ricerca, da parte delle aziende mercatisticamente più capaci, innovativi e agguerrite, di uno specifico soddisfacimento di bisogni specifici, si accentua così la differenziazione, e si accentua anche la distanza rispetto ai concorrenti. In questo modo, si crea una certa area di protezione mercatistica, tipica delle situazioni che gli economisti chiamano di concorrenza monopolistica (Chamberlein) o di concorrenza imperfetta (Robinson). Un'altra raffigurazione efficace di questa situazione è quella della "nicchia" di mercato, entro cui l'azienda si trova più sicura e protetta, e dove quindi è difficile alle altre aziende entrare o comunque operare più efficacemente e più efficientemente. L'ampiezza del segmento in cui l'azienda concentra la sua attività non è significativamente rilevante in assoluto, ma solo relativamente alla situazione specifica dell'azienda e al suo tipo di rapporto di mercato. Per molte aziende commerciali e di servizi (ancor più che per quelle industriali) un segmento di mercato anche piccolo può essere molto più soddisfacente e redditizio di uno più grande. E non solo perché è meglio essere leader - o comunque importanti - in un mercato piccolo, piuttosto che dispersi nella massa di aziende operanti in un segmento molto più grande; ma anche perché sovente è più facile capire e soddisfare specificatamente i bisogni di un segmento piccolo piuttosto che quelli di un segmento molto grande. La terza alternativa derivante dalla segmentazione del mercato è quella del marketing differenziato: questa strategia si sviluppa attraverso un processo di diversificazione di attività: "orizzontale", "concentrica" o "per conglomerazione", ovvero "per integrazione orizzontale". Solo nel caso di marketing differenziato realizzato attraverso una strategia di diversificazione per conglomerazione, però, possiamo dire che ogni intervento su ciascun diverso segmento di mercato corrisponde, grosso modo a quello di qualunque altra azienda che vi realizzasse una politica di marketing differenziato gode di vantaggi e sinergie, e quindi di economie di scala e di struttura, in quanto "produce" e funziona in parte a costi congiunti. A questi vantaggi specifici diretti bisogna aggiungere altri indiretti. Come l'occupazione di spazi mercatistici funzionalmente vicini e magari supplementari altrimenti occupabili da altre aziende che potrebbero esercitare un'azione concorrenziale anche sul segmento di intervento della nostra azienda; o che addirittura potrebbero poi diversificarsi su di esso. O la diversificazione dei rischi aziendali su più segmenti commerciali, così da poter compensare le cadute di mercato o le disgrazie mercatistiche su un segmento con lo sviluppo e il successo su altri. E soprattutto con l'arricchimento delle conoscenze e della creatività di marketing. La scelta dell'una o dell'altra di queste strategie di mercato naturalmente dipende:
Politiche e strategie di mercato nei diversi stadi del ciclo di vita Le problematiche di mercato sono diverse anche a seconda dello stadio a cui è giunto il "prodotto" aziendale nel suo ciclo di vita (vedi anche "il ciclo di vita del prodotto in A3). Come gli individui hanno un'infanzia, una gioventù, una maturità e una vecchiaia, anche il "prodotto" aziendale (sia esso il prodotto fisico dell'azienda di produzione, o il bene intangibile dell'azienda di servizi, o le funzioni di commercializzazione dell'azienda commerciale) passa attraverso un suo ciclo vitale (vedi figure), contrassegnato dai seguenti stadi:
Percorrendo il suo ciclo di vita, il "prodotto" aziendale cambia molto. Così come cambiano il suo significato specifico per la clientela, il suo rapporto con altri "prodotti" analoghi della concorrenza, e quindi i suoi risultati di mercato e i suoi costi di mantenimento. Nello stadio di introduzione, il "prodotto" deve essere collocato sul mercato e fatto conoscere alla sua clientela-obiettivo, la cui risposta, solitamente, non è immediata, ma guardinga e graduale; mentre è forte, di solito, la reazione negativa dei concorrenti. I costi sono perciò alti e i risultati relativamente modesti. Ne conseguono profitti negativi, o comunque molto limitati. Nello stadio di sviluppo o di espansione, il "prodotto" aziendale registra il gradimento della clientela, il successo, e quindi una risposta di mercato a tassi di crescita più o meno considerevoli. Anche i costi aumentano, naturalmente, ma ad un ritmo inferiore, e perciò aumentano i profitti. Nello stadio di maturità, il "prodotto" si trova praticamente plafonato, avendo coperto tutti gli spazi di mercato obiettivamente interessati/interessabili a un livello economico praticabile. I costi tendono invece ad aumentare ancora, perché la maturità del prodotto va mercatisticamente sostenuta, anche attraverso azioni di rinnovo formale e sostanziale. Naturalmente i profitti cominciano a flettere, sia pure mantenendosi soddisfacenti, e comunque è sempre più arduo mantenerli. Quando sopravviene lo stadio del declino, la domanda della clientela gradualmente si spegne, ovvero si trasferisce ad altri prodotti. I costi si riducono, ma ad un tasso inferiore. I profitti si riducono ulteriormente, o addirittura spariscono del tutto. Non sempre il ciclo di vita del "prodotto" si sviluppa così lineare. Durante la fase di maturità si possono intraprendere azioni di marketing di rivitalizzazione del "prodotto" che danno origine ad un ulteriore stadio di sviluppo, e quindi a una successiva maturità che si stabilisce ad un livello superiore a quella precedentemente avviata. In diversi casi, lo stadio della maturità (sia pure difficoltosamente) si prolunga molto con successive iniezioni attente di rivitalizzazione, e cioè di riadeguamento funzionale del "prodotto" e strutture dell'azienda. Questi interventi si possono effettuare anche nello stadio del declino, ma con molte più difficoltà oggettive e soggettive, quindi a costi molto più elevati e con risultati più arrischiati e perciò con conseguenze assai negative sui profitti. Possiamo ora disegnare un quadro generale delle problematiche, delle politiche, delle strategie e degli interventi relativi a ciascuno stadio del cielo di vita del "prodotto" dell'azienda commerciale e di servizi. 1) Stadio di introduzione mercatistica del "prodotto"
2) Stadio di sviluppo mercatistico del "prodotto"
3) Stadio di maturità mercatistica del "prodotto"
4) Stadio di declino mercatistico del "prodotto"
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